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A PROPOSITO DI NARCISISMO: O SEI “IL MEGLIO” O NON ESISTI!

3 Lug , 2017  

Biografia

Ma questo sono io! Ho capito, e la mia immagine non m’inganna piú! Brucio d’amore per me stesso, suscito e subisco la fiamma! Che devo fare? Farmi chiedere, oppure chiedere io? Ma poi, chiedere che? Quel che bramo l’ho in me: ricchezza che equivale a povertà. Oh potessi staccarmi dal mio corpo! Desiderio inaudito per un amante, vorrei che la cosa amata fosse piú distante. (Ovidio)

Si parla spesso di narcisismo, di relazioni affettive con un narcisista e dei risvolti negativi che queste potrebbero avere.  Si parla poco di quello che caratterizza l’infanzia di una persona che può andare incontro ad un disturbo narcisistico di personalità.

Nell’infanzia dei bambini che rischiano di sviluppare un narcisismo non c’è violenza o maltrattamento; si tratta piuttosto di bambini spesso coccolati, sopravvalutati ed esibiti come dei veri e propri gioielli di famiglia: alcuni imparano presto il prezzo che dovranno pagare per tutte le volte che non riescono ad essere “il meglio” rispetto alle aspettative degli altri e vivono senza riuscire a vedere l’autenticità e l’empatia che viene a loro dimostrata.

Questo lo fanno cancellando dalla coscienza e dalla memoria il ricordo degli insuccessi e delle frustrazioni. La loro vita è stata caratterizzata dalle limitazioni di un amore ricevuto non per la loro persona in quanto tale ma per l’insieme delle doti ipervalutate e strabilianti che avevano ed erano capaci di mostrare agli altri. Prima che se ne rendano conto, accade che si innamorino anche loro di queste doti tanto da sentirsi “il meglio” e ottenere così continua considerazione, attenzione e successi, specialmente nella vita lavorativa.

Il bambino che va incontro ad un disturbo narcisistico non riceve affetto ma ammirazione per le sue imprese e per le qualità non comuni che possiede e finisce per basare su questo il suo comportamento e l’immagine che avrà di se stesso.

Questa realtà non gli permette di volere bene alle parti più fragili e bisognose di sé, che caratterizzano tutte le persone  ma, al contrario, gli comporta un’immaturità nei sentimenti e negli affetti così profonda che in alcuni casi rende non umane le persone. Queste persone che spesso raggiungono posizioni di grande prestigio e responsabilità continuano ad essere concentrati solo su se stessi e sulla loro immagine grandiosa.

Questa condizione, entro certi limiti, caratterizza un narcisismo “normale” che però è destinato a diventare patologico e manifestarsi in tanti adolescenti sopravvalutati dalle proprie famiglie. Tali adolescenti,  a causa del vuoto che si portano dentro, vivono una  difficoltà o più spesso un’impossibilità di usare il valore delle esperienze tipiche dell’età adolescenziale come:

-l’esperienza sportiva che fa sentire accettati dagli altri quelli che non vincono;

-l’innamoramento che rende chiaro il bisogno che si ha dell’altro (bisogno di cui il narcisista ha più paura);

-la vicinanza con un insegnante di cui si ha stima.

Accade così che diventa difficile sentire o immaginare, dietro la maschera grandiosa del personaggio che vive in funzione del suo successo e del suo potere, il bambino umiliato, ferito nel profondo dell’anima dalla mancanza di empatia, dalla trascuratezza, dalla solitudine e dalla paura degli adulti che non lo hanno mai sostenuto nelle debolezze, frustrazioni e fragilità.

La maschera è di completa indifferenza. In realtà un adulto narcisista ha difficoltà a mantenere relazioni stabili nel tempo perché ha difficoltà nel riconoscere sentimenti e qualità altrui e ne è, in qualche modo, spaventato.

 

Dott.ssa Giordana Mancini

 

In copertina: La metamorfosi di Narciso – S. Dalì

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